Bonbon Robespierre by Sergio Luzzatto

Bonbon Robespierre by Sergio Luzzatto

autore:Sergio Luzzatto [Sergio Luzzatto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2020-05-05T22:00:00+00:00


Stai pur certo che ho fatto adorare la Montagna, mentre ancora ci sono zone che ne hanno unicamente paura, che non la conoscono, e a cui manca soltanto un rappresentante degno della sua missione, che educhi il popolo anziché demoralizzarlo.

Come potevano non essere demoralizzati gli abitanti di Échevanne, piccolo comune del distretto di Gray, all’inizio di piovoso dell’anno II? E come potevano non avere paura della Montagna, unicamente paura? Da quattro mesi Guillaume Poncelin, sua moglie Jeanne-Catherine Tratif e sua cognata Jeanne-Françoise si trovavano in carcere, sotto il peso di accuse che la dicono lunga sulle forme assunte au village da certa giustizia rivoluzionaria. Il principale capo di imputazione pendente sulla testa borghese di Poncelin consisteva nel non avere partecipato alle assemblee della municipalità, infrangendo la buona regola di un civismo coatto. Per il resto, le perquisizioni in casa sua nulla avevano rivelato di sospetto. Ma Poncelin aveva una moglie che secondo la denuncia di una vicina di casa, Agathe Maire, si era permessa di dire in giro: «buona notizia, i Prussiani sono a Magonza». E Poncelin aveva una cognata che secondo la denuncia di un domestico tredicenne, Jean Nicolin, aveva profetizzato che ogni singolo prussiano si sarebbe mangiato in un boccone quattro francesi. Per giunta, quando un altro domestico – Pierre Bergeret – si era presentato a casa di Poncelin per coinvolgere anche il domestico di questi nell’estrazione a sorte dei “volontari” per la leva militare, il cappello di Bergeret era malauguratamente finito a terra, e il padrone di casa era sospettato di averglielo fatto cadere apposta.

Nella Francia dell’anno II, capitava di restare mesi in galera per imputazioni di tal genere, e magari di rischiare la ghigliottina. Ma nella Haute-Saône dell’anno II, a un certo punto era arrivato Augustin Robespierre. Il quale ricevette a Vesoul, capoluogo del dipartimento, la petizione del comité de surveillance di Échevanne, dove una decina di bravi repubblicani spiegavano di avere inizialmente condiviso – «per misura di sicurezza generale» – l’arresto di Poncelet, della moglie e della cognata, salvo riconoscere poi, dopo la rottura dei sigilli di casa, che le accuse contro i tre erano immotivate o inconsistenti. Da qui una delibera come quella firmata da Robespierre jeune il 16 piovoso, in tutto e per tutto simile a molte altre da lui emanate durante la sua missione in Franca Contea:



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